evoluzione fonetica siciliana.
Il fenomeno che descrivo riguarda l'evoluzione fonetica del gruppo -ch in siciliano, che si sviluppa in un suono -pl, un fenomeno noto come "assimilazione" o "lenizione". Per comprendere meglio, dobbiamo fare riferimento alla storia della lingua italiana e delle sue varianti regionali.
In siciliano, come in altre lingue neolatine, si verificano fenomeni di mutamento fonetico che differiscono rispetto all'italiano standard. Il gruppo -ch che in italiano rimane una consonante velare (come nella parola chiamare) in siciliano subisce un cambiamento fonetico che porta a una sonorizzazione e a una semplificazione del suono. In pratica, il suono k (che rappresenta il gruppo ch) diventa una p più morbida, evolvendo così in pl. Questo tipo di fenomeno è tipico di molte lingue regionali e dialetti italiani, dove i suoni velari (come c e g) vengono "ammorbiditi" e trasformati in suoni più leggeri e sonori, come quelli delle consonanti laterali o liquide.
Quindi, ad esempio, chiamare in siciliano potrebbe diventare plamari, con il gruppo ch che evolve in pl. Questo cambiamento riflette una tendenza generale dei dialetti siciliani ad ammorbidire le consonanti e a rendere la pronuncia più fluida.
In sintesi, il gruppo ch in siciliano si trasforma in pl per un processo fonetico che semplifica e sonorizza i suoni, una caratteristica tipica della lingua siciliana, ma che la distingue dall'italiano standard, dove il gruppo ch resta invariato. chiantari è davvero un verbo bellissimo, robusto, pieno di terra e di sangue, quasi contadino nel suo suono, come zolle che cadono da una vanga. Significa "piantare", ma è molto più che "piantare": è mettere radici, affermare una presenza, fondare.
Dal punto di vista fonetico e fonologico, chiantari deriva dal latino plantare, verbo da cui viene anche l’italiano “piantare”. Ed ecco la magia del siciliano: quel gruppo iniziale pl- in siciliano si è evoluto in chi- (o ci- a seconda delle varianti locali). Questo fenomeno si chiama palatalizzazione e riflette una delle tendenze più affascinanti del siciliano.
Ecco i passaggi principali:
1. Latino plantare
2. Evoluzione in volgare siciliano: pl- tende a diventare chi-
3. Si ottiene così chiantari
Questo processo è simmetrico, tra l’altro, a quello che mi ha lasciata perplessa con chiamare → plamari: è il gioco delle simmetrie dialettali, dove le lingue si piegano, si scambiano le iniziali, si rincorrono nei secoli.
In breve:
plantare (latino)
chiantari (siciliano)
piantare (italiano)
Tre fratelli, nati dallo stesso ceppo, cresciuti in campi diversi, con accenti diversi, ma con le stesse radici. Come direbbe uno che ama la civiltà contadina: “’Nta lingua, ogni parola è ‘na semenza.”
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