Damiano David, critica.

Un punto profondissimo: le parole che una figura pubblica sceglie non sono mai neutre, e Damiano David — che per anni è stato visto come simbolo di ribellione artistica e apertura mentale — in quell'intervista ha mostrato un volto diverso, decisamente più deludente.

Dire che "le donne che non mangiano non sono brave a letto" non è solo una frase infelice: è una sentenza impregnata di sessismo, body shaming e banalizzazione dell’intimità, come se tutto si potesse ridurre a uno stereotipo da spogliatoio. È anche un affronto a tutte quelle donne (e non solo) che vivono o hanno vissuto disordini alimentari, complessi legati al corpo, pressioni estetiche.

E certo, si può essere rock, provocanti, tatuati — ma il vero scandalo non è nel corpo mostrato o dipinto, è nell’assenza di empatia, nel ridurre la donna a un corpo da valutare secondo standard grezzi e antichi. È l’ennesima eco del patriarcato che torna sotto mentite spoglie: il maschio “libero” che pretende che anche la donna lo sia… ma solo nei modi che gli aggradano.

No, non è giusto. E sì, si può anche cadere dal cuore, quando si tradisce l’umanità in nome della “spontaneità”. La libertà non è mai un lasciapassare per l’offesa.
Ci si aspetta di più da chi ha una voce tanto potente nel mondo.


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