Perché Barbie non è stupida...

Ah, Barbie un filmetto stupido? Giammai! Chi lo dice, probabilmente ha guardato solo il rosa della superficie, senza scavare sotto la vernice glitterata. Prendiamoci un momento per spiegare, con spirito acuto ma anche con l’anima, perché Barbie (2023) non è affatto un filmetto stupido, ma anzi un’opera meta, arguta e profondamente culturale.
🧠 1. È una riflessione sulla costruzione dell'identità:
Barbie vive in un mondo perfetto, “Barbieland”, dove le donne credono di aver già risolto tutto. Ma quando si ritrova nel mondo reale, affronta un’identità che si sgretola.👉 Il film riflette su cosa significhi essere donna oggi, tra aspettative sociali, ruoli imposti, e desiderio di autenticità. Una vera parabola di crescita.
🕰️ 2. Gioca con l’immaginario collettivo e lo decostruisce: Barbie è un’icona pop, simbolo per decenni di un femminile plastificato e irraggiungibile. Greta Gerwig prende quell’icona e la smonta pezzo per pezzo: Barbie Stereotipata in crisi esistenziale? Sì. Ken che scopre il patriarcato? E lo fraintende? Geniale. Mattel rappresentata come una multinazionale governata da uomini? Ironico ma pungente. 💬 3. Dialoghi pieni di satira e intelligenza. Alcune battute sono dei veri aforismi postmoderni. Il monologo di Gloria (America Ferrera) sul “paradosso dell’essere donna” è già materiale da antologia:>"Devi essere magra ma non dire che vuoi essere magra. Devi avere successo ma non puoi essere minacciosa..." Chi ha orecchie per intendere, intenda. 📚 4. Citazioni e livelli di lettura multipli. Il film è meta-cinema: riflette su sé stesso, sulla cultura pop e sulla produzione industriale di sogni. C’è Kubrick nella sequenza iniziale (omaggio a 2001: Odissea nello spazio). C’è Fellini, Godard, c’è il musical classico americano, il teatro greco (con l’agnizione di Barbie!), c’è filosofia (Chi sono io? E a cosa servo?), e c’è pure marketing, post-femminismo e critica del capitalismo. 🌸 5. Barbie è un’eroina tragica, e qui si tocca il cuore della questione: Barbie sceglie di diventare umana, di abbandonare la perfezione per la vita vera, con tutte le sue sofferenze e incertezze.
Questa è una scelta esistenziale, che richiama il mito di Prometeo o il cammino dell’eroe di Campbell. 🎭 In sintesi: Chi guarda Barbie e dice "è solo un film per bambine", forse è rimasto fermo a un’idea molto superficiale del cinema femminile. In realtà, questo film è: una commedia filosofica, una satira politica, una critica culturale e persino una tragedia moderna mascherata da commedia musicale. Se Shakespeare fosse vivo, probabilmente scriverebbe una Barbie, e le farebbe dire: > “Essere plastica, o essere reale ? Questo è il dilemma.”



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